ho acceso la luce,
ma non ero a casa mia...
ho addosso il corpo di una donna
respira, dorme e sorride alla notte
assapora nella mente le carezze rubate
un corpo rubato voluto e concesso
come ad un’amica
tutto è al proprio posto
anche se vorrei qui le nuvole
a cullare il mio tormento
fosse anche la formula dell’ipotesi
a guidare il mondo
mancherebbero le virtù
e poi arriva il suo canto
puntuale come solo a Greenwich
tra le ore atomiche
potrei usare l’inglese
per vincere il muro lessicale che mi lega alla
terra dei miei padri
cosa potremmo fare se non stare a guardare
dopo aver inventato il pianoforte
possiamo a braccia conserte
fermarci ad ascoltare
tutti fermi immobili
tutti fermi immobili
tutto senza uscita
proverò ad immaginarti cadavere
come avresti sempre voluto tu
devo immaginarti senza vita
per tollerare il ricordo di te